Preventivo avvocato: è obbligatorio presentarlo scritto e subito?

Le nuove regole sul preventivo avvocato obbligatorio introdotte dalla Legge sulla Concorrenza (Legge 4 agosto 2017, n. 124) a partire dal 29 agosto scorso, cambiano la disciplina su un aspetto cruciale del rapporto cliente-studio legale. Vediamo più da vicino che cosa è cambiato nello specifico per poi analizzare anche la portata della novità in materia di preventivi legali (e non solo in realtà perché le regole riguardano più in generale tutti i professionisti).

Il preventivo avvocato diventa obbligatorio

Il preventivo dell’avvocato dovrà essere scritto (o digitale) e non è più una mera possibilità ma diventa un obbligo per i professionisti. Lo scopo, come si può intuire, è quello di evitare spese legali impreviste o superiori alle aspettative in un’ottica di massima trasparenza. Il preventivo scritto servirà dunque a mettere neo su bianco tutti i costi dell’avvocato, distinguendo le voci di spesa in prestazione di assistenza vera e propria e oneri, tasse etc. In questo modo il cliente ha un quadro esatto della spesa per l’assistenza legale e saprà anche meglio comprendere quanto effettivamente rientri nell’onorario dell’avvocato e quanto invece sia un extra che serve a coprire altri costi.

Consulenza legale: il preventivo a voce non basta più

Con la Legge di Riforma forense quindi si introduce l’invalidità di preventivi legali verbali. La previsione delle spese dovrà essere presentata per iscritto ad inizio mandato e, sulla base del preventivo, il cliente avrà la possibilità di procedere oppure no scegliendo lo studio legale che propone le condizioni economiche migliori (oppure decidendo di spendere di più per una maggiore esperienza o professionalità ma in ogni caso sempre consapevolmente e con cognizione di causa avendo gli strumenti per decidere e mettere a confronto più preventivi).

Anche prima della legge in analisi la richiesta di preventivo all’avvocato poteva sicuramente essere fatta ad inizio consulenza ma, il più delle volte, veniva chiarito che si trattava di una previsione di massima, volta a fornire indicazioni al cliente ma suscettibile di aggiornamenti in caso di spese extra sopravvenute. E soprattutto era un modus operandi facoltativo e rimesso alla discrezionalità delle parti, sebbene molto frequente e consigliato, e non era sottoposto a requisiti di forma di alcun tipo (ben potendo essere anche verbale quindi).

Con la riforma viene richiesto ai professionisti uno sforzo di stima del lavoro che tenga conto anche di tali variabili già dall’inizio.

Il cliente inoltre, prevede ancora la normativa, deve essere messo al corrente del grado di complessità dell’incarico e della polizza assicurativa in caso di danni in fase processuale.

<h2>Consulenza legale senza preventivo: cosa cambia con la riforma</h2>

Ma cosa succede se l’avvocato non presenta il preventivo scritto ad inizio mandato? Nel silenzio del legislatore per il momento si ipotizza solo un illecito disciplinare. Il cliente quindi non può considerarsi esente dal pagamento della consulenza legale solo perché non ha firmato il preventivo dell’avvocato prima.

Dall’analisi appena fatta si comprende quindi quale sia la portata della riforma forense in merito al preventivo legale scritto e obbligatorio e anche quale sia la ratio sottesa alla disposizione che impone la stima dei costi scritta nonché le perplessità e i nodi che restano da sciogliere e da chiarire a breve.